L'arte di scrivere d'arte 2025
Diciannovesima edizione del dialogo a più voci sui caratteri di stile e strategie di comunicazione della critica d’arte, ideato e condotto dal critico d’arte Fulvio Dell’Agnese
- https://museoarte.comune.pordenone.it/citta/vivi/associazioni-online/associazioni/centro-iniziative-culturali-pordenone-1/larte-di-scrivere-darte-2025
- L'arte di scrivere d'arte 2025
- 2025-09-20T10:30:00+02:00
- 2025-09-20T23:59:59+02:00
- Diciannovesima edizione del dialogo a più voci sui caratteri di stile e strategie di comunicazione della critica d’arte, ideato e condotto dal critico d’arte Fulvio Dell’Agnese
- Quando 20/09/2025 dalle 10:30
- Dove Centro Culturale Casa A. Zanussi Pordenone
-
Contatto
Centro Iniziative Culturali Pordenone
0434 553205
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VOCI DI DONNE DA POMPEI
19^ edizione L’ARTE DI SCRIVERE D’ARTE
Sabato 20 settembre 2025 ore 10.30
Pompei chiama Pordenone, nel segno di una suggestiva indagine sul ruolo della donna in età romana: è dedicato quest’anno a Voci di donne dall'antica Pompei l’annuale convegno “L’arte di scrivere d’arte”, ideato come format sui temi e le più attuali strategie di comunicazione della critica d’arte. Un’iniziativa come sempre promossa dal CICP - Centro Iniziative Culturali Pordenone, a cura del suo presidente e storico dell’arte Fulvio Dell’Agnese.
È questa la 19^ edizione del convegno, in programma sabato 20 settembre, dalle 10.30 nell’Auditorium di Casa Zanussi a Pordenone, nell’ambito di pordenonelegge 2025.
Protagoniste del dialogo con il presidente CICP Fulvio Dell’Agnese saranno le docenti universitarie di archeologia classica Monica Salvadori e Patrizia Basso, mentre l’occasione per il confronto arriva dalla prestigiosa mostra “Essere donna nell’antica Pompei, allestita fino a gennaio 2026 all’interno del Parco archeologico della città campana. Esplorare attraverso opere d’arte, materiali e fonti scritte il multiforme universo femminile restituito da una città romana del I secolo d.C., alla vigilia della sua scomparsa sotto le ceneri del Vesuvio, è l’obiettivo del percorso espositivo progettato da Monica Salvadori con Francesca Ghedini, con l’apporto delle Università di Padova, Salerno e Verona: un filo rosso che vede protagoniste donne e bambine di diversa condizione sociale, attraverso i numerosi aspetti della vita quotidiana e con il filtro della posizione che esse occupavano nella casa e nella società romana. Come evidenziato nella pubblicazione Artem che illustra la mostra, Pompei si pone come osservatorio privilegiato: la documentazione emersa nel corso dei quasi tre secoli di scavi è preziosa per analizzare un ruolo che in altri contesti sfugge a causa della esiguità delle testimonianze: non solo per le donne che appartenevano ai vertici della società, ma anche per quella folla indistinta di persone “comuni” alle quali era stata dedicata la precedente mostra “L’altra Pompei”, con cui si pone in continuità l’attuale esposizione. Scorrono così i principali ambiti della vita privata, che per una matrona romana includevano la gestione delle attività domestiche e il rapporto con la servitù, ma anche l’educazione dei figli, la cura del proprio corpo e le attività svolte nel tempo libero. E gli aspetti della vita pubblica e lavorativa delle donne, che talvolta prevedevano attività con importanti ricadute sociali, come emerge in mostra nella sala dedicata alle imprenditrici ed evergeti: ritratti di donne che hanno segnato il loro tempo, inaugurato nuove attività, cambiato il volto della città. Grazie a iscrizioni e graffiti, statue, rilievi e affreschi, oggetti d'uso e gioielli, emerge con chiarezza la centralità dell'universo femminile nella civiltà romana: dalle attività di grande rilievo sociale, economico, religioso, che impegnavano le matrone di alto lignaggio e le liberte arricchite, ai mestieri quotidiani alimentati da libere e schiave, filatrici e tessitrici, ostesse, venditrici, panificatrici, mediche, fattucchiere, prostitute.
19^ edizione L’ARTE DI SCRIVERE D’ARTE
Sabato 20 settembre 2025 ore 10.30
Pompei chiama Pordenone, nel segno di una suggestiva indagine sul ruolo della donna in età romana: è dedicato quest’anno a Voci di donne dall'antica Pompei l’annuale convegno “L’arte di scrivere d’arte”, ideato come format sui temi e le più attuali strategie di comunicazione della critica d’arte. Un’iniziativa come sempre promossa dal CICP - Centro Iniziative Culturali Pordenone, a cura del suo presidente e storico dell’arte Fulvio Dell’Agnese.
È questa la 19^ edizione del convegno, in programma sabato 20 settembre, dalle 10.30 nell’Auditorium di Casa Zanussi a Pordenone, nell’ambito di pordenonelegge 2025.
Protagoniste del dialogo con il presidente CICP Fulvio Dell’Agnese saranno le docenti universitarie di archeologia classica Monica Salvadori e Patrizia Basso, mentre l’occasione per il confronto arriva dalla prestigiosa mostra “Essere donna nell’antica Pompei, allestita fino a gennaio 2026 all’interno del Parco archeologico della città campana. Esplorare attraverso opere d’arte, materiali e fonti scritte il multiforme universo femminile restituito da una città romana del I secolo d.C., alla vigilia della sua scomparsa sotto le ceneri del Vesuvio, è l’obiettivo del percorso espositivo progettato da Monica Salvadori con Francesca Ghedini, con l’apporto delle Università di Padova, Salerno e Verona: un filo rosso che vede protagoniste donne e bambine di diversa condizione sociale, attraverso i numerosi aspetti della vita quotidiana e con il filtro della posizione che esse occupavano nella casa e nella società romana. Come evidenziato nella pubblicazione Artem che illustra la mostra, Pompei si pone come osservatorio privilegiato: la documentazione emersa nel corso dei quasi tre secoli di scavi è preziosa per analizzare un ruolo che in altri contesti sfugge a causa della esiguità delle testimonianze: non solo per le donne che appartenevano ai vertici della società, ma anche per quella folla indistinta di persone “comuni” alle quali era stata dedicata la precedente mostra “L’altra Pompei”, con cui si pone in continuità l’attuale esposizione. Scorrono così i principali ambiti della vita privata, che per una matrona romana includevano la gestione delle attività domestiche e il rapporto con la servitù, ma anche l’educazione dei figli, la cura del proprio corpo e le attività svolte nel tempo libero. E gli aspetti della vita pubblica e lavorativa delle donne, che talvolta prevedevano attività con importanti ricadute sociali, come emerge in mostra nella sala dedicata alle imprenditrici ed evergeti: ritratti di donne che hanno segnato il loro tempo, inaugurato nuove attività, cambiato il volto della città. Grazie a iscrizioni e graffiti, statue, rilievi e affreschi, oggetti d'uso e gioielli, emerge con chiarezza la centralità dell'universo femminile nella civiltà romana: dalle attività di grande rilievo sociale, economico, religioso, che impegnavano le matrone di alto lignaggio e le liberte arricchite, ai mestieri quotidiani alimentati da libere e schiave, filatrici e tessitrici, ostesse, venditrici, panificatrici, mediche, fattucchiere, prostitute.